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Racconti fantastici dello studio Liao

Aggiornamento: 19 feb 2021

Di Margherita Maestripieri


Su richiesta dei nostri lettori ecco una storia tratta dai famosi racconti di Pusongling. L’edizione da cui è stato preso il brano è stata curata da Peter Otiv Norton.

Buona lettura!


Ero troppo giovane allora per sapere i loro nomi e i loro titoli. Tutto quello che potevo sentire era il clamore delle voci mescolate ai suoni della processione fuori. Nel mezzo di tutto ciò un uomo con un pesante carico su di una portantina conduceva un giovane dai capelli lunghi all’inizio della sala. Sembrava stesse annunciando qualche cosa, ma non riuscivo a distinguere le parole.

Potevo vedere, tuttavia, che le persone al capo della sala stavano ridendo. Dopodiché un servitore vestito di nero ordinò a gran voce di compiere un atto. Non appena l’uomo fu pronto ad agire rispose: “quale atto devo compiere?” I funzionari scambiarono alcune frasi tra di loro.

Un impiegato scese manifestando il desiderio di vedere il trucco migliore dell’uomo. “Io sono in grado di trasformare le creature viventi” rispose.

L’impiegato riferì la cosa agli ufficiali. Dopo un momento tornò nuovamente da lui nella stanza e gli ordinò di compiere una magia per far apparire una pesca. Egli accettò di farlo, ma togliendosi il capotto e poggiandolo sul suo baule, mormorò con finto sdegno: “queste autorità non sanno quello che dicono!

La fuori c’è ancora del ghiaccio, dove pensano che io possa mai trovare una pesca? Ma se io non riesco questi signori si infurieranno con me, cosa devo fare?” .“In fondo hai già accettato” rispose il figlio, “ora non puoi più fare marcia indietro”.

Dopo aver rimuginato a lungo, il mago disse: “ci ho riflettuto in lungo e in largo, dove si potrebbe trovare una pesca all’inizio della primavera, quando per terra ci sono ancora tracce di neve?

L’unico posto dove si potrebbe ragionevolmente trovare è nel giardino della madre regina d’Occidente, dove le piante non appassiscono mai, non importa quale sia la stagione, ma l’unico modo per prendere una pesca sarebbe quello di coglierla dal cielo.” “Mah” commentò il figlio, “è possibile salire con una scala fino al cielo? “. “Ho una magia per questo” fu la risposta.

Allora aprì il suo baule, dal quale fuoriuscì un rotolo di corda che sembrava essere lungo centinaia di metri. Prese un capo della corda e lo gettò verso l’alto. La corda rimaneva sospesa direttamente in aria come se fosse appesa a qualche cosa. Mentre gettava la corda verso l’alto, il capo estremo salì e salì ancora, finché non si perse tra le nuvole e la fune non fu interamente srotolata. Dopodiché disse a suo figlio: “vieni qui figliolo! Sono vecchio e debole il mio corpo è troppo appesantito per salire. Dovrai essere tu ad andare”. E dando la corda a suo figlio disse : “questo è l’unico modo.” Il figlio prese la corda con riluttanza. “Devi essere fuori di testa vecchio, vuoi che afferri una corda incerta come questa per salire nel profondo blu, se si rompe quando sono a metà strada non avrò alcun appiglio accanto a me.”

Con una mano sulla spalla, il padre spinse il giovane ad agire: “Ho già formulato la mia richiesta e non la ripeterò , vuoi andare per favore ? E non pensare che sia così difficile, se ne cogli una e la riporti indietro ci daranno sicuramente una bella ricompensa che userò per trovarti una moglie bellissima”. Il figlio afferrò la corda e salì alternando le mani ed i piedi come un ragno sulla sua ragnatela, fino a quando entrò nello strato di nubi e sparì dalla vista di tutti.

Trascorso un po’ di tempo, una pesca grande e tonda quanto una ciotola di riso cadde dal cielo. Pazzo di gioia il mago la mostrò a tutti coloro che erano presenti nella sala. I funzionari allora si alternarono nell’esaminare la pesca con molta attenzione, senza essere in grado di dire se fosse vera o falsa. Improvvisamente la corda cadde a terra. “Questo è terribile” disse il mago. “La mia corda è stata tagliata alla sommità, come farò a portare giù mio figlio? “All’improvviso un oggetto percepitò a terra. Si rivelò la essere la testa del ragazzo.

“Egli deve essere stato sorpreso a rubare la pesca da una guardia, per mio figlio è tutto finito!” disse il mago. In poco tempo una gamba rotolò per terra, seguita dai pezzi rimanenti di un cadavere smembrato. Il mago addolorato raccolse i pezzi, li ripose nel baule che richiuse di scatto dicendo: “ho avuto soltanto questo figlio, è stato con me in tutti i miei anni di vagabondaggio. Ora, costretto dallo stesso padre, è andato incontro a una morte inaspettata. Non mi rimane che portare questo baule altrove e seppellire i suoi resti.” Camminò fino alla fine della sala, dopodiché si inginocchiò e disse: “prego mio figlio che ha perso la vita a causa di questa pesca.

Giuro che se avrete pietà di me e mi aiuterete a donargli una degna sepoltura, vi ripagherò anche dopo la morte.” Tutti gli ufficiali avevano con sé del denaro, il mago lo prese e se lo infilò nelle tasche, poi bussó sul baule e gridó: “Caro figlio vuoi uscire e ringraziare questi uomini per il loro dono? Che cosa stai aspettando?” Improvvisamente un ragazzo dai capelli lunghi venne fuori e si girò verso gli ufficiali. Chi poteva essere se non il figlio del mago?

Ricordo ancora adesso tanto è stata straordinaria quell’opera di magia. Più tardi seppi che il loto bianco era capace di molte magie, questi potrebbero forse essere stati i suoi ultimi giorni.


Fonti: Pu, Songling. 2012. Racconti Fantastici dello Studio Liao. Edizione a cura di Peter Otiv Norton. Milano: La Vita Felice.



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