Di Silvia Conticelli
Terminate le feste, addio a pandori e panettoni e un caloroso benvenuto alla palestra e alle nuove sfide.
Ecco, quella che vi propongo oggi è una sfida che, ovviamente, vede protagonista la Cina. A dir la verità si tratta di riproporvi una provocazione lanciatami durante una informale cena meneghina.
Mi è stato infatti chiesto cosa avrei risposto al celebre aforisma di Ennio Flaiano – sceneggiatore di Fellini e intellettuale fuori dagli schemi – che asserisce “Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma anche inutile”.
Fatti salvi il carattere chiaramente provocatorio di quanto detto da Flaiano e la grande modernità di un uomo che alla metà degli anni ’60 sembrava già comprendere l’importanza di un Paese in quegli anni ancora chiuso nel proprio isolamento, è tuttavia interessante cogliere questa opportunità per dire la nostra e, al contempo, aprire un dibattito con chiunque di voi voglia esprimere la propria opinione.
Noi Bacchette non abbiamo mai avuto la pretesa di “capire la Cina” nel senso analitico del termine, la nostra è sempre stata piuttosto una volontà di comprendere un Paese e una cultura per certi versi antitetici rispetto a quella a cui apparteniamo, ma proprio per questo estremamente interessanti.
Capire la Cina, in particolare nel corso delle nostre esperienze in quella terra, ha significato uscire fuori dai nostri schemi mentali occidentali e occidentalizzanti per poter apprezzare appieno le sfumature di un modo di vivere che, altrimenti, avremmo finito per giudicare o mal interpretare. Capire la Cina vuol dire accettarne, senza per questo dover condividere, anche quegli aspetti che ad una prima, superficiale lettura potrebbero sembrarci antistorici o, addirittura, estremamente retrogradi. Un esempio calzante è quello che ha recentemente coinvolto la casa di moda Dolce e Gabbana, rea di aver sottovalutato l’importanza dei valori cinesi in una recente campagna di marketing e costretta, dunque, a subire le giuste conseguenze di una tale superficialità.
Ecco dunque che capire la Cina diventa anche estremamente “utile” non solo in virtù del crescente potere economico che il Paese sta acquisendo, ma anche e soprattutto in considerazione del suo ruolo quale fondamentale cardine di quel polo orientale di cui, troppo a lungo, il nostro Occidente ha sottovalutato l’importanza.
A questo punto la parola a voi, aspettiamo i vostri commenti in questa dura giornata di ritorno alla doverosa routine post-festiva.
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