di Azzurra Casucci
Se avessimo il potere di tornare indietro nel tempo e vivere la vita quotidiana delle concubine imperiali durante la dinastia Qing, sentiremmo frequentemente espressioni del tipo 皇上万福金安 huángshang wànfú jīn’ān o 给皇上请安 gěi huángshang qĭngān o 皇后万福金安 huánghòu wànfújīn’ān, traducibili con “Infinita pace, fortuna e ricchezza all’imperatore” e normalmente la risposta sarebbe 起来吧 qĭlái ba “così sia”. Questi modi di dire rappresentavano una delle formule di commiato più frequenti alla corte imperiale, coronati da inchini in segno di rispetto ogni qualvolta si fosse incontrato l’imperatore, l’imperatrice o semplicemente una concubina di grado superiore al nostro. Oggi tutto ciò potrebbe risultare eccessivo, tuttavia, il rispetto della gerarchia rappresentava uno degli elementi portanti della società del tempo. Inoltre, in quanto l’imperatore era considerato il figlio del Cielo, doveva essergli riservato un rispetto speciale. Lo stesso valeva per l’imperatrice: in quanto simbolo dello Yin e della Terra, era considerata, “madre della Nazione” e figura portante del gineceo imperiale.
L’imperatrice rappresentava il modello di rettitudine per eccellenza per l’intero gruppo di concubine e, nel caso in cui si fossero generate controversie o problemi all’interno dell’harem, aveva il potere di intervenire e di ristabilire pace e serenità.
Un sistema dettato da rigide regole, ma spesso macchiato da menzogne e favoritismi
Il gineceo imperiale era un sistema gerarchico complesso, di cui facevano parte ragazze provenienti da famiglie di vari gradi sociali. Inoltre, a partire dall’imperatore Shunzhi (1638-61) esse dovevano appartenere all’etnia manciù o mongola, escludendo così gli Han. Una volta superato un esame di ammissione, acquisivano un determinato titolo. Esistevano otto classi:
Imperatrice 皇后· (huánghòu): ne era consentita soltanto una
Nobile consorte imperiale 皇贵妃 (huángguìfēi): ne era consentita soltanto una
Nobile consorte 贵妃 (guìfēi): ne erano consentite due
Consorte 妃 (fēi): ne erano consentite quattro
Concubina imperiale 嫔 (pín): ne erano consentite sei
Nobile signora 贵人 (guìrén): ne era consentito un numero illimitato
Assistente di Prima Classe常在 (chángzài): ne era consentito un numero illimitato
Donna di Scelta, o Assistente di seconda Classe 答应 (dāyíng): ne era consentito un numero illimitato
Sebbene tale gerarchia fosse rigida, tutte le fanciulle avevano la possibilità di avanzare da una classe all’altra. Tuttavia, nel caso in cui alcune di loro fossero entrate nelle grazie dell’imperatore, sarebbero state elevate a titoli più elevati in tempi più rapidi. Perciò, dietro al rigore e al rigido sistema del gineceo imperiale, si nascondevano corruzione e favoritismi. Uno di questi era legato al potere e al grado sociale che ricopriva la famiglia dalla quale proveniva la concubina. Le ragazze con famiglie meno facoltose ricevevano un trattamento diverso e potevano essere denigrate dalle compagne. Tuttavia, sebbene la famiglia di appartenenza fosse importante per accaparrarsi il favore dell’Imperatore, dare alla luce un erede maschio rappresentava un vantaggio assai maggiore.
Emblematico è il caso dell’imperatrice madre Cixi (慈禧太后,Cíxĭ tàihòu) che a soli 17 anni riuscì a diventare la preferita dell’imperatore Xianfeng in quanto diede alla luce un bambino. La sua storia è esemplare perchè in breve tempo riuscì a scalare la rigida gerarchia dell’harem. Inoltre, a seguito della morte dell’imperatore, da semplice concubina, diventò imperatrice madre, riuscendo a governare e a influenzare la Cina per molti anni.
L'imperatrici Cixi in una foto dell'epoca. Photocredits: web
Se grazie al favore dell’imperatore una concubina poteva raggiungere in breve tempo le classi più elevate, nel momento in cui il favore dell’imperatore veniva meno, la ragazza era condannata ad una vita di stenti o, nel peggiore dei casi, condannata a morte. Ciò significava che, sebbene la favorita godesse di tutte le comodità e i privilegi che la corte imperiale poteva offrire, allo stesso tempo doveva prestare molta attenzione non solo alla propria condotta, ma anche a quella dei propri familiari e al comportamento che lei stessa teneva nei confronti dell’imperatore e dell’imperatrice.
A complicare la situazione, inoltre, contribuivano le compagne che, accecate dalla gelosia, erano disposte a tutto per far cadere in disgrazia la favorita così da guadagnarsi le attenzioni dell’imperatore.
La vita all’interno del gineceo era una continua guerra, in cui fortuna e astuzia erano le due parole chiave per sopravvivere. E a voi sarebbe piaciuto vivere nell’harem imperiale , godere di tutte le comodità e ricchezze dell’Intero impero, consapevoli però di essere costantemente in bilico tra la vita e la morte?
FONTI:
Empresses in the Palace (后宫 甄嬛传 hòugōng Zhēnhuán zhuàn), Zheng Xiaolong, Beijing TV Art Center, 2011. Serie tv.
Amp.scmp.com/news/china/article/2178652/forbidden-city-concubines-imperial-china-beauty-was-more-curse-blessing
https://lifeintheforbiddencity.weebly.com/imperial-consorts.html
http://haneulcorea.blogspot.com/2016/11/la-cina-e-le-sue-regine.html?m=1
Un gruppo di concubine e consorti accompagnate dall'imperatore. Tutte vengono raffigurate mentre si inchinano probabilmente all'imperatore.
Photo credits: web
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