Di Barbara Violato
Prima di immergerci nel caso cinese, date un’occhiata a questo video, che vi illustrerà brevemente cosa si intende per Sharing Economy!
Da cosa è caratterizzata la Sharing Economy in Cina?
Come molti altri fenomeni in ambito economico, la Sharing Economy in Cina sta crescendo ad un ritmo incalzante: nel 2017 ha registrato un incremento del 47% rispetto all’anno precedente; non solo, statistiche di un report di Stato prevedono che nei prossimi 5 anni l’economia della condivisione crescerà in Cina del 30% ogni anno.
Per comprendere meglio questi dati basti pensare che un “unicorno” (startup avente una valutazione superiore a un miliardo di dollari) cinese su due rientra nella categoria di Sharing Economy. Inoltre, Didi Chuxing, startup cinese di car sharing e terza nella classifica mondiale degli unicorni (secondo CB Insights valutato circa 56 miliardi di dollari) è attiva proprio nell’ambito dell’economia della condivisione.
Ancora, nel corso del 2017 circa 700 milioni di cinesi, ovvero la metà della popolazione della Terra del Dragone (leggi qui per saperne di più sulla popolazione cinese) hanno avuto a che fare con servizi appartenenti alla Sharing Economy; in America, invece, i dati relativi allo stesso periodo di tempo rivelano che “solo” il 26% della popolazione ha utilizzato questo tipo di servizi.
Esempi di Sharing Economy in Cina
In Cina gli esempi di Sharing economy sono numerosi e rintracciabili in moltissimi settori, dai più tradizionali ai più inusuali. Vediamone insieme alcuni:
Bike Sharing: un classico nell’ambito della Sharing Economy, per soddisfare le volontà del governo di riduzione dell’inquinamento e smaltimento del traffico nelle città. I due colossi in questo settore sono senza dubbio Mobike e Ofo;
Car Sharing: sviluppatosi sempre per necessità di riduzione dell’inquinamento dell’aria e per offrire ai cittadini la possibilità di spostarsi comodamente in città, senza dover spendere troppo. Didi Chuxing (l’Uber cinese, app che permette di richiedere un passaggio da solo o in condivisione con altre persone) rappresenta l’esempio più lampante, seguita da Car2Share e EVCard (che consentono di noleggiare macchine e di dividere i costi con altre persone);
Umbrella Sharing: applicazioni che consentono di rintracciare e prendere in prestito un ombrello, tramite la scannerizzazione di un QR code, per fronteggiare le piogge improvvise a prezzi molto contenuti. Alcune startup cinesi attive in questo settore hanno però dovuto affrontare un bel problema: se gli utilizzatori non restituissero gli ombrelli?!
Charger Sharing: Xiaodian, startup che si occupa di caricatori per cellulari, ha reso possibile l’utilizzo di power bank per caricare i propri dispoditivi mobili. Ma come individuare i caricatori? Semplicissimo, tramite la relativa app, Wechat o Alipay. L’utilizzo avviene sempre tramite scannerizzazione di un QR code, mentre il pagamento si po’ effettuare tramite WeChat Pay o Alypay;
Basket ball sharing: una società cinese ha reso possibile prendere in prestito palloni da basket, per partite improvvisate e non. I palloni si trovano in appositi contenitori (sbloccabili ovviamente tramite l’utilizzo di WeChat) posti nelle vicinanze di campi e giardini pubblici. È previsto il pagamento di un deposito cauzionale di circa €4.20, mentre il noleggio dei palloni costa circa €0.2 centesimi ogni mezzora.
I giganti della Sharing Economy cinese stanno inoltre iniziando ad espandersi in altri business, ad esempio Meituan, leader nella distribuzione di cibo, si sta espandendo verso il mondo del ride sharing, mentre Didi Chuxing sta pianificando di lanciarsi nel mercato della distribuzione del cibo.
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