Ritratto di un filosofo dedito alla politica
Di Silvia Conticelli
Oggi quando in Italia viene chiesto chi sia Confucio, la maggior parte delle persone collega questo termine agli istituti Confucio, scuole diffuse in tutto il mondo, che hanno lo scopo di diffondere la cultura cinese, tramite l’insegnamento della lingua e non solo oppure fa riferimento al pensiero confuciano, senza dare però ulteriori spiegazioni.
Confucio (in cinese Kong fu zi, maestro Kong) è un filosofo-politico, che visse in uno dei periodi più turbolenti della storia cinese: il periodo delle primavere ed autunni (722 a.C.- 481 a.C.), in cui la Cina non ancora unita (per l’unità si dovrà aspettare l’imperatore Qing shi huang) era divisa in una decina di stati nemici continuamente in guerra tra loro.
Dieci anni fa la stessa parola aveva un effetto diverso, Confucio non era conosciuto da molti come filosofo, ma era piuttosto considerato uno dei tanti personaggi che hanno animato la storia cinese.
La figura di Confucio in Cina ha assunto diversi significati: nel corso della sua vita il filosofo-politico infatti venne preso come modello educativo solamente dai suoi discepoli, mentre, al contrario, fu spesso criticato dalla classe dirigente; venne ospitato presso la corte del duca di Lu (odierna Shangdong) dove venne nominato ministro della giustizia per poi essere esiliato, poiché il suo aspirare alla fine dei conflitti tra stati mal si sposava con le mire della classe nobiliare.
Confucio, al contrario di molti filosofi, non scrisse nulla per diffondere la sua dottrina: tutto quello che abbiamo oggi è stato scritto dai suoi discepoli in una raccolta di aneddoti chiamati “dialoghi”, in cui sono raccolte le parole del maestro. Sima Qian nel suo libro “Memorie di uno storico” parla di Confucio.
Il pensiero confuciano fu dapprima criticato e poi nuovamente ripreso durante la dinastia Han, grazie all’imperatore Han wudi 汉武帝(141 a.C.-87 a.C.)che proclamò il confucianesimo filosofia di stato.
Quali sono dunque i principi di questa filosofia e come mai venne utilizzata ed applicata all’interno della società cinese?
Confucio critica gli uomini del suo tempo accusandoli di non essere uomini di virtù( ren仁) ovvero uomini privi di moralità; la virtù secondo Confucio è alla base di ogni relazione e quindi anche alla base dello Stato.
La virtù per Confucio corrisponde alla nostra benevolenza, ovvero un atteggiamento di umanità nei confronti del prossimo.
Il principio di virtù anche se è applicato ad ogni livello e classe sociale, non deve però farci intendere un abbattimento delle gerarchie: al contrario Confucio essendo consapevole che una società ben amministrata deve avere ruoli ben distinti tra chi comanda e chi ubbidisce, individua cinque relazioni fondamentali.
Le cinque relazioni sono tra sovrano e suddito, tra padre e figlio, tra marito e moglie, tra fratello maggiore e fratello minore e tra due amici. Ognuna di queste relazioni implica un principio gerarchico ed un ruolo da seguire (fatta eccezione della relazione dell’amicizia) che però non è a senso unico: il suddito deve rispettare il sovrano a qualunque costo, ma quest’ultimo deve essere un sovrano giusto che deve sempre pensare al bene dei propri cittadini; anche nel caso della relazione tra padre e figlio, sebbene si possa notare una evidente imparità di ruolo, il padre deve sempre seguire l’idea della figura paterna.
Facciamo un esempio concreto: secondo i principi del Confucianesimo il fatto che un padre uccida il proprio figlio è un atto di gravissima entità non solo perché è un vero e proprio omicidio ma proprio perché il ruolo del padre non può in alcun modo accettare l’idea dell’omicidio di un figlio; al contrario, nell’antica Roma, poiché il figlio era considerato una “res” dal capo famiglia ovvero una “cosa”, la sua uccisione era considerata un crimine minore.
L’unico rapporto che Confucio individua come paritario è quello dell’amicizia. Il confucianesimo quindi auspica una società nella quale ogni persona segua il proprio ruolo sociale, applicando la virtù, in modo da ottenere un’organizzazione statale equilibrata e stabile.
Il confucianesimo venne fortemente criticato durante i primi anni del 900 da molti letterati, poiché considerato un pensiero troppo conservatore che non seguiva il principio dell’uguaglianza sociale, a causa delle diverse gerarchie sociali. Venne fortemente attaccato durante la rivoluzione culturale dallo stesso Mao; lo slogan infatti era “Abbasso il Tempio di Confucio”; poiché Mao era contro le tradizioni cinesi, il pilastro principale da abbattere era proprio l’idea Confuciana.
L’immagine di Confucio è stata poi completamente riabilitata dal governo cinese, ed è diventata una delle figure principali della storia antica cinese.
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