Di Rachele Rosina
Approcciandosi l’Arte Cinese, come per molti altri aspetti di questa cultura così diversa dalla nostra, non si può non notare che molti aspetti differiscono totalmente da quello a cui siamo abituati. Le forme, i materiali, gli stili e i significati sono spesso molto distanti dai nostri canoni di bellezza.
So che è impossibile (e impensabile) nel momento in cui si viene in contatto con una cultura diversa, non comparare il proprio patrimonio culturale ed artistico. Tuttavia, vi invito a discostarvi dal commenti che tendono a dare valutazioni soggettive basate su l’impatto visivo: mantenendo un atteggiamento positivo e lasciando da parte ogni sentimento di superiorità, potrete imparare il doppio: sia sulla cultura nuova, che sulla propria.
Per fare ciò, ecco una breve introduzione alle prime due di quattro categorie di arte cinese che si discostano dalla tradizione occidentale e che da sempre abitano il nostro immaginario comune (e le sale dei nostri musei): la pittura e ceramica cinese! Buona lettura 😉
Pittura
La pittura tradizionale cinese si discosta da quella Europea per il supporto, formato e tecnica usati.
Per supporto si intende il materiale su cui viene eseguito il dipinto. In occidente quelli più frequenti sono carta, cartoncino, tela, muro, tavola ecc. In Cina, seta e carta sono i supporti tradizionali per eccellenza. La seta era usata soprattutto per i dipinti di corte, quelli ufficiali, mentre la carta era preferita dai letterati, ossia i gentlemen che si dedicavano all’arte e alla letteratura nel loro tempo libero, perché permetteva una più semplice ed immediata realizzazione del dipinto.
Viene chiamato formato il genere e le dimensioni del supporto: in Cina formati comuni che sono i rotoli, appesi o distesi, ma anche paraventi, ventagli, o fogli d’album. In base al formato del dipinto, cambia la ricezione e la fruizione dell’opera stessa. Per esempio i rotoli distesi venivano dispiegati a piccoli sezioni alla volta, srotolando un lato mentre si riarrotolava quello opposto, e il dipinto (che può essere lungo anche oltre 5 metri) non si vedeva mai nella sua interezza.
Inoltre non erano esposti al pubblico, ma conservati separatamente e srotolati sono in occasioni specifiche, erano quindi realizzati per essere apprezzati durante gli ristretti incontri eleganti tra i letterati, ed usati come mezzo per facilitare le discussioni.
Le tecniche pittoriche principali sono due:
Gongbi 工笔, “meticoloso”: è caratterizzata da pennellate estremamente precise che permettono di delineare i dettagli dell’immagine in maniera meticolosa. Spesso prevede l’utilizzo sia di colori che dell’inchiostro.
Pittura sfumata ad inchiostro, (shui mo 水墨 “acqua ed inchiostro”), è la pittura dei letterati, chiamata anche “stile a mano libera” per la libertà di espressione permessa dalla tecnica.
Ceramiche
Parlando di arte cinese, spesso la prima cosa che mi viene detta è “ah si, i vasi Ming e Qing!”. Grazie alle spedizioni della Compagnia delle Indie Orientali, le ceramiche cinesi diventarono di gran voga in Europa, specialmente tra il 1700 e il 1800. I palazzi reali iniziarono a riempirsi dei vasi che pian piano iniziarono anche ad abitare l’immaginario delle persone che non potevano visitare quei posti così lontani ed esotici, e il fenomeno dell’”orientalismo” divenne sempre più presente, tanto che è di fatto arrivato fino a noi (e quella domanda ne è una prova).
Tuttavia, i vasi Ming e Qing hanno origini ben più lontane: recenti scavi hanno portato alla luce cocci di terracotta risalenti al paleolitico, mentre veri e propri vasi datati circa quarto millennio A.C. sono custoditi nei musei di tutto il mondo. Le ceramiche nascono per necessità e praticità, ma la tecnica ben presto evolve per dar forma a vasi dalle forme e decorazioni sempre più complicate.
Essendo solo una breve introduzione alla ceramica, non mi dilungo nella storia della sua evoluzione, ma ci tengo a fare chiarezza su che cos’è la ceramica.
Il termine ceramica infatti è generale: in base alla composizione chimica del corpo degli oggetti, che ne determina anche la sua resistenza alle alte temperature, si divide in tre categorie,:
– terracotta: argilla impura, ricca di ferro che cuoce a basse temperature (600-800 gradi)
– gres (terraglia): ceramica dura cotta ad alte temperature (oltre 1000 gradi). È ottenuta aggiungendo all’argilla materie feldspatiche fondibile per ottenerne la vetrificazione.
– porcellana: varietà di gres caratterizzata da un alto contenuto di caolino, l’elemento che le fornisce il caratteristico colore bianco puro.
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