Di Alessia Rezzano
Bentornati ad un secondo articolo sulla scrittura cinese.
Nel primo, abbiamo visto alcuni fatti curiosi e regole basiche nella scrittura dei caratteri.
Oggi entreremo, invece, nel dettaglio della storia della calligrafia e dei cambi di stile che hanno portato un pittogramma ad essere i caratteri semplificati che conosciamo noi oggi.
Nell’articolo precedente, abbiamo detto che il termine corretto per identificare una parola cinese è carattere e non ideogramma. Ma qual’è la differenza?
I diversi quesiti che interessano la lingua cinese non appartengono solamente a noi occidentali ma anche ai numerosi studiosi cinesi che si sono addentrati nello studio di questa lingua sia apparentemente complessa che misteriosa.
Procediamo per gradi, il cinese di per sé non ha un alfabeto ma è composto da caratteri, a loro volta suddivisi in grandi categorie che semplifichiamo in pittogrammi, ideogrammi, significati uniti e composti fonetici.
I Pittogrammi sono la rappresentazione di oggetti concreti (luna月, sole 日 , montagna 山, donna女, acqua水).
Gli Ideogrammi rappresentano invece concetti astratti o idee.
I Significati uniti sono formati dall’unione di due o più caratteri semplici, che creano un nuovo carattere con un nuovo significato (女 + 子= 好).
I Composti fonetici sono sempre formati da due o più caratteri semplici che però si dividono in due parti: una parte è relativa alla sua pronuncia l’altra è relativa alla sua categoria semantica (方 房、羊: 洋).
Esempi di Pittogrammi foto del web
Come nascono i caratteri cinesi?
Gli storici ancora oggi si sono dibattuti sulla data iniziale dell’utilizzo dei caratteri cinesi, di norma si fa riferimento al terzo millennio, il periodo neolitico, dove i caratteri, ai tempi prevalentemente pittogrammi, vengono incisi durante cerimonie religiose su ossa di animali (甲骨文).
Inizialmente vengono impiegati il piastrone o il carapace delle tartarughe durante i riti di divinazioni, in seguito verranno utilizzate scapole di bovini. Dalle ossa si passerà poi durante l’ultimo periodo della dinastia Shang fino ai Zhou, ai caratteri “fusi” su oggetti rituali di bronzo (caratteri inizialmente incisi sulle matrici).
Anche sui bronzi c’è un’evoluzione per quanto riguarda la lunghezza dei caratteri usati (金文): c’è un passaggio che porta da avere pochi caratteri a addirittura testi brevi, in cui vengono trattati diversi argomenti soprattutto Durante il periodo degli Stati Combattenti (475-221 a.C.) si inizia ad utilizzare il pennello e l’inchiostro per scrivere sul legno, sulla seta e sul bambù, dove si scrive dall’altro verso il basso anche per una questione di grandezza dei ramoscelli di bambù. Nel terzo secolo d.C. il bambù e il legno vengono sostituiti dall’invenzione della carta, mentre la seta continuerà ad essere utilizzata per occasioni importanti.
Ritornando indietro, più precisamente al 221 a.C. con l’ascesa dell’imperatore Qingshihuang, oggi ricordato per il suo esercito in terracotta famoso in tutto il mondo, si assiste all’unificazione dei pesi e delle misure, dello scartamento assiale dei carri e della scrittura.
La scrittura comune in tutto il paese viene semplificata, viene ridotto il numero di caratteri, lo stile calligrafico che viene coniato si chiama ancora oggi Piccolo sigillo 篆书.
Lo stile del Piccolo sigillo si rivela poco pratico, perché i caratteri risultano ancora molto complicati e ricchi di troppe “curve”, per cui questo stile venne ben presto sostituito da quello Amministrativo 隶书, molto più lineare, è anche lo stile che trasforma diversi pittogrammi in segni ideografici.
Agli albori della dinastia Han (1 sec a.C) nasce lo stile corsivo 草书 utilizzato dai funzionari privatamente. La scelta di questo stile è prevalentemente legata alla sua velocità e praticità poiché univa tutti i tratti insieme, visto che non c’era bisogno di staccare il pennello dalla carta.
Durante l’ultimo periodo della dinastia Han (2 secolo d.C.) venne introdotto un nuovo stile chiamato Stile regolare 楷书, che era molto simile a quello amministrativo, il quale aveva tratti ancora più lineari.
Sotto la dinastia Tang (618-907 d.C.) la scrittura raggiunge la sua massima standardizzazione, lo stile viene chiamato Standardizzato 正楷 perché è con questo stile che i calligrafi stabiliscono la struttura tecnica del tratto.
Stili adottati nella storia (foto del web)
Lo stile Standardizzato detto anche corrente non verrà più modificato fino al 1956, anno in cui il governo sente l’esigenza di semplificare e modernizzare la propria lingua (scritta). Siamo in pieno periodo Maoista, ciò significa che qualsiasi aspetto culturale o storico del paese deve essere criticato per poi venire modificato, la scrittura è un esempio lampante di questa campagna contro il passato.
La scrittura viene dunque modificata grazie alla riduzione del numero dei tratti, all’adozione di una sola parte del carattere più complesso e all’adozione di omofoni più semplici.
La complessità dei caratteri non risiede solo nei tratti e nel modo di scriverli; un’altra difficoltà che non solo gli stranieri devono affrontare durante lo studio del cinese mandarino ma anche dei cinesi stessi, è costituita dal fatto che dal carattere (nella maggior parte dei casi) non puoi trarre nessuna informazione sulla pronuncia, per non parlare del tono. Viene adottato per questo motivo, un sistema di trascrizione fonetica ufficiale per la lettura dei caratteri cinesi chiamata pinyin.
Il cinese semplificato diventa negli anni 60 la lingua (scritta) ufficiale in tutta la Repubblica Popolare Cinese, in questo stesso periodo si decide di abbandonare la scrittura a colonne verticali a favore di un sistema orizzontale. Oggi fanno però eccezione Taiwan, Hongkong e Macao dove si continua ad utilizzare il sistema dei caratteri non semplificati.
Link to the English version here
Comments